08/05/2016: 14° edizione della Collemar-athon, 1140 podisti, 1140 storie.
I runner dell’Atletica Banca di Pesaro sono lì, si ritrovano lì in mezzo.
Sono arrivati a Barchi con l’autobus, con un bell’anticipo e anche io questa mattina mi sono svegliato presto, voglio cercare di capire, se mai ci riuscirò, cosa è che fa muovere tante persone.
Allora osservo e penso che ognuno ha il suo motivo o un pensiero particolare.
Ognuno ha il suo rito per la preparazione, vestizione, crema, occhiali, cappellino, mancano 15 minuti alla partenza, è ora di avvicinarsi alla partenza.
Siamo tutti li: osservo come sono vestiti, i loro gesti e cerco di immaginare i loro pensieri.
Vedo tante magliette con dediche e foto, frasi indirizzate a chi non c’è più e ci tengono a dire che oggi la Colle la corrono per lui o per lei.
Ci sono la mamma e il papà che corrono per il loro bimbo appena nato
c’è il nonno con la foto del nipote
c’è quello vestito da indiano con il copricapo tipico con le piume d’aquila
c’è quello vestito da donna con gonnellina rosa e mascherina sugli occhi
c’è l’uomo con la parrucca
c’è il nonno coi mutandoni bianchi e la coppola nera in testa
c’è una coppia uomo e donna entrambi con due treccine tipo Pippo Calzelunghe,
c’è uno ragazzo con una banana gonfiabile sulle spalle
c’è un ragazzo in prima fila sulla sedia rotelle che con la forza delle sue braccia, ma credo che la forza più forte è nella sua testa, ha portato la sua carrozzina al traguardo con lui seduto sopra.
Siamo a Barchi, mancano 2 minuti, la musica è alta, lo speaker grida, ma noi aspettiamo il colpo di bombarda: sappiamo che è lui a decidere quando è ora di farci partire.
Lui spara, lo sentiamo, i coriandoli dalle finestre, gli applausi, i sorrisi, i saluti, batti il cinque, fai la foto.
Con il corpo siamo a Barchi ma con la testa siamo a Fano.
Quanti chilometri abbiamo corso e percorso per allenarci, per essere pronti, ma li alla partenza non ci sentiamo mai pronti abbastanza.
Noi dobbiamo arrivare a Fano, oggi il nostro impegno è quello di arrivare a Fano, ognuno col suo passo, ognuno con tutto il tempo che gli serve, dobbiamo arrivare a Fano perché li c’è qualcuno che ci aspetta, la moglie, il marito, i figli, gli amici, i colleghi.
Anche 14 runner dell’atletica banca di Pesaro sono partiti da Barchi e sono arrivati a Fano, chi è arrivato prima, molto prima,
chi è arrivato dopo, molto dopo, ma la distanza percorsa e il sorriso sulle loro facce e gli occhi lucidi sotto il traguardo erano uguali per tutti Inspiegabile.
Anche questa maratona è finita e io so che ognuno di noi sta già pensando alla prossima.
Massimo Righi – Atletica Banca di Pesaro
I runner dell’Atletica Banca di Pesaro sono lì, si ritrovano lì in mezzo.
Sono arrivati a Barchi con l’autobus, con un bell’anticipo e anche io questa mattina mi sono svegliato presto, voglio cercare di capire, se mai ci riuscirò, cosa è che fa muovere tante persone.
Allora osservo e penso che ognuno ha il suo motivo o un pensiero particolare.
Ognuno ha il suo rito per la preparazione, vestizione, crema, occhiali, cappellino, mancano 15 minuti alla partenza, è ora di avvicinarsi alla partenza.
Siamo tutti li: osservo come sono vestiti, i loro gesti e cerco di immaginare i loro pensieri.
Vedo tante magliette con dediche e foto, frasi indirizzate a chi non c’è più e ci tengono a dire che oggi la Colle la corrono per lui o per lei.
Ci sono la mamma e il papà che corrono per il loro bimbo appena nato
c’è il nonno con la foto del nipote
c’è quello vestito da indiano con il copricapo tipico con le piume d’aquila
c’è quello vestito da donna con gonnellina rosa e mascherina sugli occhi
c’è l’uomo con la parrucca
c’è il nonno coi mutandoni bianchi e la coppola nera in testa
c’è una coppia uomo e donna entrambi con due treccine tipo Pippo Calzelunghe,
c’è uno ragazzo con una banana gonfiabile sulle spalle
c’è un ragazzo in prima fila sulla sedia rotelle che con la forza delle sue braccia, ma credo che la forza più forte è nella sua testa, ha portato la sua carrozzina al traguardo con lui seduto sopra.
Siamo a Barchi, mancano 2 minuti, la musica è alta, lo speaker grida, ma noi aspettiamo il colpo di bombarda: sappiamo che è lui a decidere quando è ora di farci partire.
Lui spara, lo sentiamo, i coriandoli dalle finestre, gli applausi, i sorrisi, i saluti, batti il cinque, fai la foto.
Con il corpo siamo a Barchi ma con la testa siamo a Fano.
Quanti chilometri abbiamo corso e percorso per allenarci, per essere pronti, ma li alla partenza non ci sentiamo mai pronti abbastanza.
Noi dobbiamo arrivare a Fano, oggi il nostro impegno è quello di arrivare a Fano, ognuno col suo passo, ognuno con tutto il tempo che gli serve, dobbiamo arrivare a Fano perché li c’è qualcuno che ci aspetta, la moglie, il marito, i figli, gli amici, i colleghi.
Anche 14 runner dell’atletica banca di Pesaro sono partiti da Barchi e sono arrivati a Fano, chi è arrivato prima, molto prima,
chi è arrivato dopo, molto dopo, ma la distanza percorsa e il sorriso sulle loro facce e gli occhi lucidi sotto il traguardo erano uguali per tutti Inspiegabile.
Anche questa maratona è finita e io so che ognuno di noi sta già pensando alla prossima.
Massimo Righi – Atletica Banca di Pesaro